Per il comparto della ristorazione il 2016 comincia sulla scia dei risultati delle festività natalizie. I primi dati, secondo l’indagine SWG-Confesercenti, registrano una crescita della spesa delle famiglie per cenone della Vigilia e pranzo di Natale: un + 5.7%, con una media di 99 euro a famiglia. Una tendenza significativa per gli operatori della ristorazione è l’aumento delle persone che preferiscono andare al ristorante invece di restare tra le mura domestiche: se è vero infatti che l’82% degli italiani festeggia in casa, nel 2015 sono stati 2,3 milioni coloro che hanno pranzato in un locale, il doppio rispetto allo scorso anno.
Questo elemento sprona i ristoratori a offrire sempre maggiore attenzione alla clientela. A Torino, la prima polemica del 2016 ha riguardato proprio la scelta di alcuni esercenti di applicare, la notte di Capodanno, un supplemento festività allo scontrino delle consumazioni. I titolari motivano la decisione con il maggior costo del personale la notte di San Silvestro, ma le associazioni di categoria condannano questo atteggiamento. «Non approvo questa scelta e la trovo molto strana», ha dichiarato a La Stampa la presidente dell’Ascom, Maria Luisa Coppa, considerandola un passo falso. «Siamo contenti – ha proseguito – di come si sono comportati i ristoratori e i baristi in queste festività, perché sono rimasti massicciamente aperti, tant’è che abbiamo avuto un aumento del 20 per cento del giro d’affari di cenoni e consumazioni». Le fa eco Fulvio Griffa, presidente di Fiepet, la federazione dei pubblici esercizi di Confesercenti: «Penalizzare i clienti durante le giornate di festa può risultare odioso».